domenica, agosto 06, 2006

questioni d'istinto


chiara al ritorno dalla croazia è una chiara un po' sottosopra, senza dubbio. ma sicuramente è una chiara felice e sostanzialmente (nel senso di: in grande quantità) più ricca. è una chiara che è stata molto institiva per qualche tempo e che torna piacevolmente e gradualmente alla razionalità. (non so se voglio di nuovo usare la parola realismo. non so perché ma in questo momento mi suona come un concetto negativo).

sono le chiacchiere che fanno tutto (o dovrei dire forse che tutto possono). sono il giusto pane per i miei denti, quello che mangerei colazione-pranzo-cena tutti i giorni (altro che darsiccia!).

cosa scruto dentro l'obiettivo della mia D70s quando lo guardo così intensamente? cosa cerco di catturare in me quando mi guardo dentro così intensamente da provocare persino bruschi sussulti nel mio spirito? non mi è ben chiaro a volte. sebbene l'intuizione più ovvia suggerisca: una risposta, una sacrosanta maniera di stabilizzare la mia felicità, cristallizzarla e non perderla mai più. credo che non sia l'intuizione giusta, o meglio, non la sola. ma mi fermo lì.

sono stata colta dall'istinto in questa vacanza in maniera del tutto dirompente (un po' come ai tempi del fiume-in-piena-dario, ma con effetti decisamente diversi). ho scoperto una nuova chiara, giunta a modificare quella precedente che sicuramente aveva bisogno di una scossa (e di fatti mi sa che se l'è un po' cercata).

brrr... che sensazioni forti, mamma mia. ogni volta che mi metto alla prova coi sentimenti (e più vado avanti più ci prendo gusto, è più forte di me, anche se mi incasino ogni volta per poi uscire nuovamente indenne, non si sa come) mi dico: "non ci sono sensazioni più forti di queste". e ogni volta vengo shakerata dalla forza delle mie percezioni. quelle stesse percezioni a cui ogni volta sono più attaccata, che cerco di fissare nella memoria in maniera indelebile e grazie alle quali mi rafforzo da matti e cresco un sacco ogni volta.

va bene, lo so. non si è capito molto. ma nella catarsi del momento desidero mantenermi criptica, proprio per non perdere dettagli e mandare a farsi friggere l'ottima risoluzione delle immagini che ho in testa. (fa tutto parte del mio training per imparare ad essere più riservata e mantenere le mie sensazioni importanti al riparo da sguardi indiscreti e facili spoetizzazioni).

beh... comunque. è stato molto bello e contemporaneamente forte lasciarsi trascinare senza combinare alla fine nessun bel guaio, ma restando solo con un ottimo sapore in bocca fatto di chiacchiere e condivisioni.

sono stata proprio bene questi giorni. mi sono volati i minuti spesi con gli altri a parlare di tutto, a spendere parole considerabili probabilmente inutili, ma per me fondamentali, ricche, profonde. sebbene nel momento in cui si sono prodotte erano e restavano pur sempre semplici parole. mi sono volate le immagini davanti, passate a ritrovare momenti passati in cui però tra noi compagnucci di scuola funzionava tutto in un altro modo. mi si è consumata velocissima la vacanza tra le risate spontanee di tutti, i feeling di sguardi, la comprensione reciproca e le mille gag. l'essere in barca, al mare, tra paesaggi incontaminati è stata rilevante solo in parte: per rendere il pacchetto finale decisamente speciale. ma niente si sarebbe svolto tra noi diversamente se fossimo stati a rimini o a istanbul o a capo nord. credo di esserne abbastanza certa. (magari come al solito pecco un po' di presunzione). credo proprio che sia scattato qualcosa, che si sia generato quello che potrebbe rivelarsi un precedente. starà solo ed esclusivamente a noi (e probabilmente a me in primis) approfittarne nella giusta maniera. mi fa paura l'idea di non riuscirci, ma i presupposti sono decisamente positivi.

solite riflessioni sparse (poi è proprio definitivamente l'ora di riposare un po' il cervello):

ogni tanto sulla barca avevo l'impressione di mantenere un certo personaggio di facciata. più scurrile e grezzo di me. meno dolce, meno tenero e meno spontaneo di come sono io di solito. è il mio modo di pararmi da eventuali cadute di stile? è un tentativo di protezione verso una situazione che nei suoi presupposti mi era sconosciuta riservandomi poi la facoltà di ritarare l'atteggiamento in seguito? o è un banale delirio di onnipotenza mosso da una forte volontà di protagonismo? voglia di piacere a tutti i costi? PARANOIE: NO, GRAZIE. sto bene anche senza adesso. so solo che è venuta bene così. rimedi diversi, fittizi o duraturi, verranno pertanto ricercati all'occorrenza in una eventuale prossima occasione.

importante davvero l'abbraccio di giò in stazione. non so se me ne sarei andata senza... (o meglio: sì, me ne sarei andata, ma a malincuore). forse questa sensazione è stata quella che ha creato un certo imbarazzo (o almeno così mi è sembrato) nella consapevolezza ignara degli astanti. beh... poco male... bisogna pur aver il coraggio delle proprie pretese, no?

importanti -in verità- gli abbracci di tutti, alla fine di una vacanza così. importante avere un braccialetto al polso che testimoni la veridicità di questa sensazione. non so se gli altri hanno capito che intendevo proprio questo quando l'ho proposto, ma nemmeno mi importa tanto. è stata una vacanza geniale: l'importante di ora è che valga per me.

rimando a quando sarò più lucida un momento di sana e pura (e forse odiosa) razionalizzazione sugli eventi. adesso ho solo bisogno di gustarli a fondo finché lentamente (almeno spero) non ne sparirà il sapore.